Abstract |
La VII Commissione consiliare permanente, nella audizione tenutasi il 16 ottobre, ha esaminato la legge regionale n. 14 del 28 marzo 2019 - “Testo Unico in materia di legalità, regolarità amministrativa e sicurezza”, nell’ambito dell’attività di verifica sulle leggi regionali che prevedono una “clausola valutativa”. La summenzionata legge (licenziata nella X legislatura e nata da un disegno di legge di Giunta regionale, il DDL n. 26 del 20/03/2018, assegnato in sede referente in Commissione) è finalizzata a promuovere la diffusione e la sensibilizzazione dell’educazione alla legalità, come senso dell’agire civile e di uno stile di vita eticamente orientato alla responsabilità sociale. Le predette finalità vengono perseguite mediante azioni volte: -) alla prevenzione e al contrasto non repressivo alla criminalità organizzata; -) ad innalzare e sostenere l’educazione alla responsabilità sociale e la cultura della legalità; -) ad elevare i livelli di sensibilizzazione della società civile e delle istituzioni pubbliche nonché ad assicurare il sostegno alle vittime innocenti della criminalità mafiosa e corruttiva.
La legge si compone di ventinove articoli ed offre indicazioni sulle modalità di intervento in materia di antimafia sociale.
L’art. 27 della legge regionale n. 14/2019 disciplina la suddetta clausola valutativa, e al comma 2 recita testualmente “ Per le finalità di cui al comma 1 la Giunta regionale presenta annualmente alla commissione consiliare competente la relazione di monitoraggio prevista dall’articolo 5, comma 6, che fornisce informazioni sulle misure previste nel Piano integrato per il rafforzamento e la diffusione della cultura della legalità e della responsabilità di cui al medesimo articolo 5 insieme a un’analisi sulla evoluzione dei fenomeni di illegalità collegati alle criminalità organizzata di tipo mafioso nelle sue diverse articolazioni rilevata nel territorio regionale, anche in relazione alla situazione nazionale”.
La VII Commissione consiliare permanente ha provveduto a richiedere alla Sezione regionale competente una apposita relazione di monitoraggio che è stata acquisita e pubblicata sul portale del Consiglio.
La relazione elaborata dalla Sezione sicurezza del cittadino, politiche per le migrazioni e antimafia sociale contiene una dettagliata analisi in ordine allo stato di attuazione della legge con evidenza delle azioni promosse e degli interventi avviati e realizzati. In particolare, gli interventi attuati hanno riguardato la promozione dell’inclusione sociale, la lotta alla povertà al fine di favorire l’educazione alla responsabilità sociale, la prevenzione del fenomeno criminale e la rifunzionalizzazione dei beni immobili confiscati alle mafie.
In sede di audizione, la Sezione regionale competente ha illustrato le attività messe in campo e le forme di finanziamento utilizzate, a seguito della entrata in vigore della legge di cui trattasi, evidenziando il coinvolgimento di numerosi attori sociali.
Alla discussione hanno preso parte stakeholders quali: i rappresentanti della CGIL e della CISL; la vice Presidente dell’ANCI Puglia; il rappresentante della associazione regionale Antiracket; il rappresentante dell’associazione Migrates; il rappresentante dell’Arci Puglia.
Dal confronto con gli stackeholders intervenuti in Commissione sono emersi spunti di riflessione e di miglioramento. La vice Presidente dell’Anci Puglia, Bruno, ha rilevato che ci sono aree regionali che non sono state interessate dalle misure poste in essere, sia per mancanza di una capillare informazione, sia perché gli enti vengono coinvolti a consuntivo e non in via preliminare. Ritiene utile la partecipazione a monte degli enti, prima della pubblicazione dei bandi, così da coinvolgere le comunità sulle misure pensate e sulle possibili ricadute.
La rappresentante della Cgil, Antonia Morga, ha richiamato i rilievi della Corte Costituzionale sulla legge n. 14/2019. Ha chiesto inoltre di conoscere: quali sono stati gli effetti e gli esiti derivanti dalla applicazione della legge, oltre ai bandi; i contenuti del Piano regionale; notizie sulla Fondazione “Stefano Fumarulo”; se sono stati sottoscritti protocolli d’intesa; se sono stati attivati sportelli della legalità; i dati sul riuso dei beni confiscati e sequestrati e sulle loro finalità sociali. Ha chiesto altresì che vengano posti in essere tavoli di concertazione, per la realizzazione dei contenuti delle leggi, segnalando la difficoltà di accesso alle informazioni, da parte di alcuni territori.
Anche il rappresentante della Cisl, Leone, ha chiesto di valutare gli effetti prodotti dai rilievi della Corte Costituzionale.
Il rappresentante dell’associazione antiracket, Maurizio Altomare, ha evidenziato una diminuzione delle denunce e ha ritenuto necessario fare promozione degli strumenti che le imprese, in difficoltà economica, hanno a disposizione, attesa la mutata modalità di azione della criminalità e la modifica del codice d’impresa, che spinge gli imprenditori verso l’insolvenza oppure al ricorso al mercato del credito illegale. Si auspica che le vigenti leggi, in materia di contrasto del racket e dell’usura, vengano rivitalizzate e possano intervenire sulla soluzione debitoria e non meramente sull’aiuto finanziario. Ha suggerito interventi di natura propositiva come l’occuparsi di imprese che possano ricorrere a forme di finanziamento dei Confidi (per evitare il ricorso al mercato illegale) ed ha invitato a riflettere sull’utilizzo delle risorse, al fine di evitare il loro sottoutilizzo.
Il rappresentante dell’associazione Migrantes, don Geremia Acri, ha evidenziato l’importanza della valorizzazione dei processi educativi, invitando ad una maggiore condivisione come co-progettazione.
Infine il presidente dell’Arci Puglia, Francesco Di Gregorio, ha registrato una certa rassegnazione all’accettazione di alcune situazioni presenti nel territorio, sebbene i bandi posti in essere hanno rappresentato la prima forma di risposta per le associazioni che operano nel settore, proponendo la creazione di punti di racconto che fungano da presidi in grado di raccontare l’antimafia sociale in Puglia e una rete diffusa di azioni condivise. |